Scattare una fotografia in bianco e nero non significa semplicemente privare un’immagine dei suoi colori.

È una scelta consapevole che richiede una mentalità diversa, un modo di vedere il mondo attraverso un obiettivo che enfatizza i contrasti, le trame e la luce.

Quando si scatta in bianco e nero, bisogna pensare in bianco e nero. Ciò significa che al momento dell’acquisizione si deve già immaginare come verranno resi i dettagli senza il supporto del colore.

Il bianco e nero mette in evidenza l’essenza dell’immagine, riducendola ai suoi elementi fondamentali: forme, linee e toni. La luce diventa l’attore principale e il fotografo deve catturare il modo in cui essa modella i soggetti, crea ombre e genera profondità. Non si tratta solo di togliere il colore, ma di interpretare la realtà in modo unico.

Personalmente, credo che mostrare la stessa foto sia in bianco e nero che a colori ne diminuisca l’impatto. Ogni immagine deve essere concepita ed eseguita tenendo conto del risultato finale. Se l’obiettivo è un’immagine in bianco e nero, allora tutto deve essere orientato verso questa visione, dal momento dell’acquisizione alla post-produzione.

Allo stesso modo, una foto a colori deve sfruttare appieno lo spettro cromatico per trasmettere le emozioni e il messaggio desiderati.

Mescolare le due versioni della stessa foto rischia di diluire l’efficacia di entrambe.

Il bianco e nero e il colore sono due linguaggi distinti e non possono essere combinati senza perdere la loro unicità. Quando una foto viene mostrata in entrambe le versioni, si avverte un senso di incoerenza, come se il fotografo non riuscisse a decidere quale strada intraprendere e lasciare la scelta a chi vede la foto.

Scattare in bianco e nero significa abbracciare una visione artistica specifica e coerente, capace di comunicare con forza e semplicità.

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